Quando S. Teresa fu proclamata compatrona di Napoli

Busto realizzato quando fu proclamata patrona di Napoli


Era il 4 aprile 1664 quando un frate carmelitano scalzo, p. Vincenzo della Croce, napoletano di adozione, che era stato priore in Polonia e nelle Fiandre (dove conobbe e fu confessore di Anna di S. Bartolomeo, la suora che fu segretaria e infermiera di Teresa di Gesù) fece un annuncio molto atteso.
P. Vincenzo molto vicino alla comunità carmelitana di Napoli, città dove la riforma teresiana si era affermata velocemente e ai cittadini  ebbe il compito di annunciare ufficialmente che il Parlamento Generale, convocato dal reggente Conte di Pegnaranda, indicato dal Celano come “Il divotissimo signor conte di Pegnaranda, viceré con larghissime sovvenzioni” aveva proclamato,
per acclamazionem, S. Teresa di Gesù, patrona e protettrice della città e del Regno di Napoli.
Fu, questa, la proclamazione civile che suggellò quella ecclesiastica avvenuta nel 1636, quando l’arcivescovo Buoncompagni aveva ottenuto da Roma il decreto di elezione di S. Teresa a Patrona di Napoli.  Sin dal 1622, anno della canonizzazione della Riformatrice spagnola, Napoli aveva manifestato per Teresa una particolare venerazione. Come mai passarono ancora tanti anni? Si era deciso di non aggiungere altri patroni. A smuovere le acque un favore ottenuto grazie all’intercessione della santa, pregata intensamente il 26 agosto 1647 perché fosse messa fine a una serie di ribellioni nella piazza del popolo.

Non meraviglia che sia stato proprio il conte a fare questo regalo alla città: egli era molto legato all’ordine carmelitano, e molto devoto a Santa Teresa d’Avila. Grazie a lui furono arricchiti e perfezionati alcuni edifici religiosi come la stessa Chiesa di S. Teresa a Chiaia, la più antica intitolata alla santa di Avila. Qui, nel prossimo mese di maggio, con i frati e organizzeremo una mattinata di arte e spiritualità.

Stefania De Bonis